Terni 1505, pericolo di crollo di tratti di mura: controlli a tappeto

 

pericoloIl pericolo era duplice: che ci fossero crolli e qualcuno potesse rimanerci sotto e che, non visti, entrassero in città i malviventi. E così il 4 ottobre 1505 il Senato cittadino ternano decise di intervenire a tutela della sicurezza pubblica. Il fatto era che tutto intorno alle mura cittadine fossero in attività alcuni mulini i quali – ovviamente – utilizzavano l’acqua pubblica come forza motrice. Non tutti però avevano chiesto ed ottenuto un regolare permesso dal municipio, o almeno questo è quel che si temeva. Ovviamente non era l’allaccio abusivo in sé la minaccia, quanto il fatto che qualcuno avesse aperto dei “pertugi” nelle mura per far passare l’acqua portandola verso il proprio mulino. Cosa che sembrava avessero fatto anche alcuni di coloro che per il resto erano in regola col pagamento dei canoni. In pratica aveva scavato delle forme che passavano sotto le fondamenta delle mura, minandone la stabilità.
Il Senato cittadino nominò così una “solerte deputazione” incaricandola di ispezionare minuziosamente sia le mura sia il contratto di concessione dell’acqua motrice, Nel caso di abuso i proprietari dei molini doveva essere obbligati a rimettere tutto com’era, a ricostruire cioè le mura eliminando le forme. Nel caso invece i proprietari dei mulini avessero una concessione regolare, dovevamo comunque mettere in essere sui fori scavati sotto le pietre, una grata di ferro di adeguata fattura a garantire due tipi di sicurezza: la prima che le mura non crollassero; la seconda che attraverso quei “pertugi” entrassero in città “fuorusciti o mal intenzionati” e che altri ne uscissero per evitare la giustizia.

 

Fonte: Lodovico Silvestri, “Collezione di memorie storiche tratte dai protocolli delle antiche riformanze della città di Terni dal 1387 al 1816″. Ristampa a cura di Ermanno Ciocca. Terni 1977, Ed. Thyrus.

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