Terni 1590, disputa tra Comune e Vescovo per chi deve pagare il predicatore

Il problema fu chi e quanto doveva pagare il predicatore del Duomo nella Quaresima. Per la verità un paio di anni prima, nel marzo del 1588, la cifra era stata stabilita: 15 scudi. Il senato cittadino di Terni aveva preso atto che l’unico predicatore esistente in città doveva già occuparsi  delle chiese di San Francesco  e di San Pietro, per cui perché il Ministero fosse adeguatamente  ricoperto, era necessario nominare un predicatore per la chiesa cattedrale.

Il 6 gennaio 1590 il consiglio cittadino si trovò costretto ad intervenire sulla questione, perché tra il vescovo monsignor Girolamo Petroni ed il Magistrato di Terni (oggi sarebbe il sindaco) era sorta una disputa su chi dovesse versare i 15 scudi spettanti al predicatore.  Una “vertenza” che fu quasi subito risolta, anche grazie all’intervento del Governatore papale.

Andò bene al predicatore, perché l’accordo fu che i 15 scudi glieli avrebbero corrisposti sia il Comune che il Vescovado. Non solo: il predicatore sarebbe stato ospite del Comune per vitto e alloggio nel caso abitasse in città, e la stessa cosa era chiamato a fare il vescovo nel caso il predicatore fosse a dimora presso la Diocesi. In questo caso, però, il Municipio avrebbe versato cinque scudi di sussidio ogni tre anni.

Fonte: Lodovico Silvestri, Collezione di memorie storiche tratte dai protocolli delle antiche Riformanze della città di Terni dal 1378 al 1816. Ristampa a cura di Ermanno Ciocca, Terni 1977, Ed. Thyrus

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