I canonici del Duomo fanno i furbi, il Comune reagisce

Terni, 26 luglio 1626

I canonici della cattedrale di Terni, il Breve papale lo tenevano in un cassetto senza informare alcuno della sua esistenza. Il Breve concedeva a loro il diritto per dieci anni di vedersi versato dal Comune il provento provento del “sigillo del pan venale”, una specie di tassa di concessione per la produzione di quel pane più povero, che fino ad allora era incassata dal municipio.

Il quale Municipio aveva continuato ad incassare non essendo stata resa pubblica la decisione del papa. Erano passati quasi due anni ed il 16 luglio del 1626, i canonici della cattedrale pensarono che era venuto il momento di incassare qualcosa. Perciò due di loro si presentarono alla cancelleria comunale, depoditando la bolla papale e reclamandone l’osservanza.

Il Palazzo dei Priori (indicato dalla freccia rossa) sede della Magistratura cittadina di Terni. Diventerà poi forno pubblico e quindi sede del teatro Verdi

Tutta la faccenda provocò la sentita reazione del Magistrato comunale (il sindaco del tempo) oltre a qquella del consiglio municipale per il grave danno che ne subiva la reputazione della pubblica amministrazione  e soprattutto perché si era proceduto senza informare gli amministratori ternani.

Il consiglio decise così di inviare due oratori dal papa chiedendo la revoca del Breve e per ottenere che si abolisse quella tassa che, oltretutto, colpiva maggiormente i poveri.

 

Fonte: Lodovico Silvestri, “Collezione

di memorie storiche tratte dai

protocolli delle antiche riformanze

della città di Terni dal 1387 al 1816″.

Ristampa a cura di Ermanno Ciocca.

Terni 1977, Ed. Thyrus.

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