Terni, la Fonderia Lucowich che fu “madre” delle acciaierie

Fonderia Lucowich Trni
La portineria della Fonderia Lucowich

Storia e Memoria

Storia e memoria rubriche fonderia

di SERGIO BELLEZZA

E’ convinzione comune che la scelta di Terni come sede di una grande acciaieria sia dovuta all’abbondanza di forza idrica, all’amicizia di Cassian Bon con l’ing. Breda e all’esistenza di un’avviata fonderia di ghisa. Questa si trovava  nelle vicinanze della stazione ferroviaria, installatavi a metà del XIX secolo dall’industriale svizzero Giuseppe Lucowich; a ricordo della stessa l’attuale viale Tito Oro Nobili, venne inizialmente denominato viale Fonderia.   

Utilizzava una concessione di 4 mc/s di acqua, che ne movimentava le macchine,  e due altiforni da 15 tonnellate ciascuno, progettati dall’ing. Ponsard di Parigi”.  Riscaldati con carbone di legna, prodotto in loco dallo stesso Lucovich, che acquistava all’occorrenza interi boschi, lavoravano il ferro, proveniente dall’isola d’Elba, producendo  ghisa di prima fusione.  Il suo prezzo subiva pochi anni dopo una notevole riduzione, mentre di converso aumentava quello della legna. Si impose così una ristrutturazione, che portò allo spegnimento degli altiforni e alla produzione di ghisa di seconda produzione  con due forni a manica, importando da fuori la materia prima. Oggetto della produzione essenzialmente tubi per acquedotti, da 100 a 500 millimetri di diametro.

Nel 1879 giungeva a Terni l’ingegnere franco-belga Cassian Bon il quale rilevò la maggioranza azionaria della Lucowich, di cui divenne il  direttore. Uomo e tecnico di vaglia, già noto per aver realizzato l’acquedotto romano dell’Acqua Marcia, risulterà decisivo per lo sviluppo siderurgico della città, tanto da essere considerato “il padre dell’industria ternana”. Cassian Bon ristrutturò la Fonderia, sfruttando il Raggio nuovo come forza motrice, e ampliò la produzione fino a produrre tubi da 1.250 millimetri di diametro, utilizzati  per gli acquedotti di molte città italiane, tra cui Venezia, Napoli, Ancona. Il fatturato salì considerevolmente e con essa il numero delle maestranze. Da segnalare tra i collaboratori più validi, l’ing. Amilcare Spadoni, cui assegnerà il compito di progettare il canale motore, che farà dell’Acciaieria l’unica fabbrica al mondo alimentata solo dall’acqua.

Quando il Governo entrava nella determinazione di realizzare “quell’opificio destinato alla costruzione di corazze e armi navali di cui già da tempo le forze politiche e militari chiedevano la realizzazione per affrancare l’Italia dalla sudditanza dello Straniero”,  le capacità imprenditoriali di Cassian Bon e la presenza della Fonderia saranno decisive per la scelta di Terni come sede dell’Acciaieria. A completare il quadro la conoscenza personale col sen. Vincenzo Breda, l’imprenditore proprietario della Soc. Veneta. Chiamato a investire nell’impresa, sarà – come scriveva Gino Papuli –  la cassa di risonanza delle istanze di Cassian Bon e il protagonista delle complesse azioni politiche e finanziarie che portarono alla nascita a Terni dell’Acciaieria.

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