Terni, visita a sorpresa di Ettore Muti

Muti Visita a sorpresa a Terni
Ettore Muti

Roma–Terni? Cento chilometri.Lungo la Flaminia: i rettilinei appena fuori dall’Urbe, i saliscendi e le curve e controcurve del tratto viterbese; poi Otricoli, altre curve in salita; quindi gas a fondo, fino a Narni con staccata a perdifiato per una svolta a destra, secca, prima di attraversare Narni. E via, ancora acceleratore a fondo fino a Terni, col sei cilindri dell’Alfa Romeo sport spider 2500, che urlava nella pace della vallata di Terni, un susseguirsi di campi coltivati avvolti dalla bruma invernale.
Un’oretta, forse meno: certo non di più. E una scarica di adrenalina, anche per uno come lui, abituato alle emozioni forti. Ettore Muti era segretario del Partito Fascista da un paio di mesi, in quel gennaio del 1940. A quelli di Terni gli avrebbe fatto una bella sorpresa!


E “quelli di Terni”, che non l’aspettavano, smoccolando si misero in divisa di orbace. E fortuna che ce l’avevano lì già pronta e stirata dato che quella mattina c’era una cerimonia ufficiale già programmata per le 11 al teatro Verdi. Toccava anticipare, però. Ed alla svelta perché “quello” era già arrivato. E stava aspettandoli alla Casa del Fascio. Non aveva annunciato la visita. Una “gita fuori porta”, per lui. E loro, adesso, dovevano pedalare.
Federale, Prefetto “le altre autorità”, tutti col fiatone arrivarono in un batter d’occhi. Visita agli uffici dei Fasci di Combattimento, quindi tutti al teatro comunale. “Gim dagli occhi verdi”, come lo aveva chiamato il vate D’Annunzio quando lo annoverò tra gli arditi, era sbrigativo, deciso, rapido nel dire e nel fare: mica a caso a 13 anni s’era fatto cacciare da tutte le scuole del regno! Prese a cazzotti un professore che voleva dargli troppi ordini. Non avendo niente da fare, visto che a scuola non poteva andarci, a 15 anni si arruolò volontario e andò a combattere nelle trincee della prima guerra mondiale. Ma fu costretto a tornare a casa: quando lo decorarono di medaglia d’oro al valor militare, si scoprì che s’era arruolato falsificando l’età e il nome. Ma non potevano certo fermarlo. Rapida carriera tra gli arditi e nella milizia; donne a profusione; scorrazzate in sella ad una Harley Davidson; l’arruolamento, tra i primi, nella nuova arma aeronautica. E la gloria che si guadagnò anche alla guerra di Spagna. Dall’ottobre del ’39 segretario del partito.
Ed eccolo al teatro Verdi, gremito in ogni ordine di posti per la premiazione per la battaglia del grano. Al suo ingresso, all’unisono, saluto fascista e grida inneggianti a Mussolini. Poi, non appena ci si fu sistemati sul palco, il Prefetto Antonio Antonucci pronunciò un breve discorso, imitato da altri che sedevano tra le autorità. Quindi il segretario del partito consegnò personalmente i premi. Visita conclusa? Nemmeno a pensarla. Lasciato il teatro Verdi, recitano le cronache dell’epoca, tra le «rinnovate ovazioni all’indirizzo del fondatore dell’impero», iniziò la visita di prammatica alla bellezze paesaggistiche del ternano. Sempre quelle: prima il lago di Piediluco. Forse lì ci si è fermati per il pranzo, ma la circostanza non viene riferita dai cronisti, che si limitano a raccontare che dopo essersi «portato al lago di Piediluco, sostò al ritorno dinanzi alla Cascata delle Marmore oggi in piena efficienza, ammirandone l’incomparabile bellezza». Dalle Marmore, ritorno a Terni con visita alla sede dei sindacati operai ed alla Casa del combattente. Non andò alle acciaierie, anche se la meta era classica in occasione di visite “romane”. Alle 16 Ettore Muti si accomiatò «ossequiato dalle autorità e gerarchie». Probabilmente era, a quel punto, più che altro voglioso di sentire di nuovo il rombo del sei cilindri della sua Alfa Romeo rossa fiammante. Vroom, fece il motore. Fiuuu, sospirarono le “autorità e gerarchie locali”: era andato tutto bene.

L'Alfa Romeo 2500 SS, oggi auto d'epoca di grande valore
L’Alfa Romeo 2500 SS, oggi auto d’epoca di grande valore


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