Primo Maggio 1924: una bandiera rossa sul monte della Croce

Nel 1924 festeggiare il Primo Maggio per i lavoratori fu un atto di coraggio e di sfida al regime. Anzi, l’edizione clandestina de L’Unità salutava con entusiasmo il fatto che quel Primo Maggio del ’24 “per merito e per virtù del fascismo” era stato diverso rispetto a quelli che lo avevano preceduto, molto più simili ad una festa che ad “una giornata di manifestazione e di lotta”. Con l’avvento del fascismo, invece, pare che diventò una giornata di ben diverso e “assai migliore significato”.
Il “ Quotidiano degli operai e dei contadini” – come recitava la sottotestata de l’Unità – raccontava i fatti più importanti: “Imponenti manifestazioni in Sicilia” con “Due comizi a Messina”. E poi le reclute che su un treno intonarono Bandiera Rossa; i Militi della Msvn che effetturaono un migliaio di arresti a Roma, un milite fascista reduce dalla libia che festeggiò anch’egli il Primo Maggio; gli industriali baresi che per vendetta proclamarono la serrata. Non manca Terni, su quella prima pagina: “Un’altra bandiera rossa a Terni” è il titolo della notizia. L’Unità riferisce, infatti, che a Terni l’astensione dal lavoro se non fu totale fu rilevante e che chi era stato costretto al lavoro aveva sottoscritto in favore dei giornali proletari. E grande fu lo stupore quando la mattina del Primo Maggio ci si accorse che sulla cima del Monte della Croce sventolava una grande bandiera rossa. “Si rese necessario – raccontò il cronista – l’intervento di tutto lo stato maggiore e dei militi della M.V. per la sicurezza nazionale per tentare, senza alcun risultato di scoprire l’autore di un sì grave attentato. Il fermento cessò – si concludeva la breve nota giornalistica – quando la bandiera rossa fu dai carabinieri tolta e riportata a Terni quale trofeo di vittoria”.

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