Vallo di Nera, morti a vent’anni fucilati dai nazisti

La lapide che ricorda il sacrificio di otto giovani fucilati dai nazisti in Valnerina

L’obbiettivo principale dei nazisti in ritirata, erano i partigiani della Brigata Gramsci. Ma non stettero a fare distinzioni. E in Valnerina, là dove la “Gramsci” era particolarmente attiva, per alcuni giorni instaurarono un regime di vero e proprio terrorismo: bastava che un giovane fosse nell’età “giusta” perché fosse considerato nemico da abbattere. Ed in effetti l’appiglio contro chi allora aveva vent’anni, i nazisti sapevano come trovarlo: se non era partigiano, era renitente alla leva o disertore: perché infatti, non era arruolato nell’esercito della Repubblica Sociale? Fu per questo che morirono quegli otto giovani.  Avevano tutti attorno ai vent’anni quella mattina del 3 aprile 1944, quando furono fucilati, sul ciglio della strada Valnerina, tra Vallo di Nera e Piedipaterno, in una località chiamata Pianarotte. Lì ora un cippo ricorda il loro sacrificio. Un luogo ameno, oggi: alberi, prati, campi coltivati, il ponticello che scavalca il letto di un torrente. All’ombra di alberi secolari, i tavoli per un pic nic a disposizione di chi passa.

Valnerina
Pianarotte la località in cui otto giovani furono fucilati dai nazisti

E’ un invito a non dimenticare. Chi si ferma non può non avvicinarsi a leggere la scritta incisa sulla lapide: “Qui all’alba del 3 aprile 1944 venne compiuta l’orrenda strage di otto giovani partigiani dell’onore la libertà la civiltà ad opera delle barbariche orde alemanne che infestarono queste contrade durante la sanguinosa agonia della tirannide fascista”.
“Partigiani dell’onore, la libertà e la democrazia…”, perché la Resistenza, la lotta al nazifascismo non fu solo una guerra, ma una lotta di popolo, combattuta anche da chi materialmente non ha sparato nemmeno un colpo di fucile; una lotta di italiani che volevano una vita diversa, la libertà e la democrazia.
Sotto la scritta, otto foto. Le facce di otto ragazzini: Edoardo Finetti, 19 anni; Raoul Bolognesi, 18 anni; Virgilio Cremonini, vent’anni; Sandro Murasecchi, 18 anni li avrebbe compiuti alla fine di quel mese di aprile; Galliano Chiaroni e Italo Brunelli, entrambi di vent’anni. Per  Orazio Risi, Elio Menichelli, la data di nascita non è indicata, ma quel loro viso imberbe parla più di un intero ufficio anagrafe.
Il periodo di terrorismo, iniziato il 19 marzo 1944 durò una decina di giorni, nessuno dei quali passò senza che ci fossero vittime, oltre che nelle fila della brigata Gramsci, anche tra la popolazione. Oltre agli otto a Vallo di Nera, altri giovani furono fucilati: tre a Norcia, undici a Cascia, quattro a Borgo Cerreto, cinque a Monteleone di Spoleto.

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Per saperne di più:
 Ubaldo SANTI, La Resistenza a Spoleto e in Valnerina (1943–44) Ed. Nuova Eliografica Spoleto
 Angelo BITTI, La guerra ai civili in Umbria (1943-1944), Perugia, Isuc; Foligno, Ed. Umbra
 Giuseppe GUBITOSI, Il diario di Alfredo Filipponi, Perugia, Isuc; Foligno, Editoriale Umbra

In UMBRIASUD vedi: Gli slavi...

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