In Valserra, la sorgente della palomba

Una palomba in volo sulla valle del Serra scorse, dall’alto, una sorgente e scese per dissetarsi. La leggenda narra che è per questo che l’agglomerato di case che oggi c’è lì, si chiama Acquapalombo. La sorgente, sulla montagna, c’è ancora e l’acqua, in paese, sgorga in un fontanile sulla piazzetta. «Il colmo è che quelli del Comune sono arrivati e ci hanno messo su un bel cartello: acqua non potabile». Scuote la testa, la signora mentre spiega: «Sì, lo so, loro si premuniscono, tant’è vero che noi quest’acqua la beviamo lo stesso e non ha mai fatto male a nessuno». Anzi, a guardare la signora, bella rubiconda e in carne, quell’acqua fa proprio bene.
Il fontanile, di quelli grandi dove una volta si abbeveravano i buoi e si lavavano i panni, sta sulla piazzetta, uno dei pochi posti che sta quasi in piano, ad Acquapalombo, per il resto fatto tutto di scale. D’altra parte quelle case stanno sul costone della montagna, a picco sulla valle del torrente Serra, un una delle zone più verdi e più ricche, dal punto di vista ambientale, nei dintorni di Terni.
Il nucleo originario risale al XIII secolo, quando fu costruita una torre di avvistamento. Faceva parte di tutto il sistema difensivo al servizio del Ducato di Spoleto, nel feudo delle Terre Arnolfe. Stanno ancora tutte lì quelle opere fortificate attorno alle quali si sono sviluppati piccoli centri abitati: Acquapalombo, Porzano, Pracchia, Polenaco…
«Residenti? Fino all’anno scorso ce n’era uno, ma mo’ è morto – spiega Marco, una quarantina d’anni – Però gli abitanti sono parecchi, specie d’estate. Io per esempio abito a Borgo Bovio, a Terni, però sto quasi sempre qui quando non lavoro: ci ho un banco al mercato coperto di largo Manni, quello brutto, arancione…».
Ma l’acqua? Fortuna quell’antica sorgente sennò il fontanile stava a secco… «Beh, guarda qui: c’è un’altra tubatura sulla colonna del fontanile – spiega Marco – E’ quella dell’acquedotto, ma quelli del Comune ce l’hanno tappata perché dice che siccome l’acqua usciva di continuo c’era troppo spreco. Un tappo e via. Ma dico io, un rubinetto non ce se poteva mette?». Comune o Sii, il consorzio che gestisce la distribuzione dell’acqua? «Comune, Sii… Chi è, è. Tanto…».

Acquapalombo il fontanile

Sembrerebbe una piccola cosa, ma è importante per chi abita qui. A parte la questione pratica, c’è la sensazione di non essere considerati a far sentire lontana, e come “cosa loro”, l’istituzione pubblica. «Non ci abbiamo la strada per andare su, verso il cimitero – dice Lorenza – O meglio la strada c’è, ma so’ tutti sassi, buche. Non è asfaltata. Basterebbe una ruspa, in un paio d’ore tutto sarebbe sistemato. Da mo’ che la chiedemo! Ma chi te sente? Per non parlare della strada che porta su dalla provinciale Valserra: du’ macchine non c’entrano, ma che cce vole a daje ‘n’allargata? Niente!». «E’ che ssemo pochi – rincara Marco – pochi voti». Quanta gente c’è, ad Acquapalombo? «Adesso, d’estate una sessantina – dice Marco – ma tu mettice centocinquanta, armeno… Chissà che non ce dessero retta!». Il paesetto è ben tenuto, pulito, fiori… Lungo le viuzze (tutte scale) la gente sta al fresco, in tranquillità. Case vecchie, ma rimesse a posto. Una è sede di un’organizzazione per il trekking, ma è tutto chiuso. Poi c’è uno slargo, ed una chiesa, l’unica, dedicata a San Lorenzo, il patrono. Allora avete fatto festa! «E certo, l’avemo fatta il 10 agosto». Una festa vera. Anche i fuochi d’artificio? «E ce mancherebbe!», risponde una signora seduta all’ombra: sono in tre: un’anziana ed una giovane immersa nella lettura di un libro.

acquapalombo
Acquapalombo, la chiesetta di San Lorenzo, il patrono.

San Lorenzo, ecco perché lei si chiama Lorenza… «E già, aspetti apro la chiesa. Vede? Era tutta affrescata. Laggiù, sopra all’altare principale, la volta era tutta dipinta. C’erano tutti angeli. Poi è venuta l’umidità e j’hanno dato ‘na rinfrescata…», aggiunge ironicamente. Una mano di vernice celestina, a calce, ed ecco eliminata l’umidità e pure gli affreschi che non saranno stati chissà quale opera d’arte, ma che comunque, da quel poco che si vede, erano di buona fattura e risalenti almeno a cinquecento anni fa. La chiesetta è romanica, poi (chissà, forse nel XVIII secolo), è stata risistemata: la facciata è stata allungata verso l’alto e da una parte è stato aggiunto un piccolo campanile. Poi, per rifinirla, ci hanno aggiunto una canala grigia, un cavo elettrico, la canna del gas. Ma tutto questo è roba molto più recente, ovviamente. Certe cose, quelle delle ditte, le piazzano dove gli fa più comodo: tanto è tutta roba vecchia!

 

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