Embargo, o qualcosa di molto simile fu deciso da Terni nei confronti dei mugnai e dei commercianti di Collescipoli. Era il frutto di una disputa e di antichi rancori riguardanti i confini tra i due centri nella zona di Isola Sant’Angelo. Il Comune di Collescipoli aveva, per una specie di ritorsione, fatto divieto ai propri cittadini di macinare nei molini di Terni. E Terni reagì. Il 1 luglio 1580 il Comizio Municipale assunse una decisione equivalente ma aggravata: era fatto divieto ai ternani di macinare grano, granaglie e olive nei mulini di Collescipoli. Per i contravventori, anzi, si stabilì anche una multa di 25 scudi per ogni contravvenzione.
Il provvedimento fu incrudito dai ternani i quali stabilirono anche che nei giorni di mercato i collescipolani fossero esclusi da ogni amichevole facilitazione, e al contrario dovessero da quel giorno pagare una franchigia. Per di più, quando traversavano le porte di Terni, dovevano essere considerati a tutti gli effetti dei forestieri e pagare. perciò, i balzelli e i pedaggi previsti.
Fonte: Lodovico Silvestri, “Collezione di memorie storiche tratte dai protocolli delle antiche riformanze della città di Terni dal 1387 al 1816". Ristampa a cura di Ermanno Ciocca. Terni 1977, Ed. Thyrus.