Quelle lunghe giornate passate ad annotare numeri di targa sognando palloni da calcio

palloni

Terni Mia

di LORENZO MANNI

LORENZO MANNI TERNI MIA

Come ricordato in altra occasione, i palloni per giocare a calcio erano scarsissimi nell’epoca della mia adolescenza. In famiglia c’erano altre priorità e la quindicina arrivava si e no al quindicesimo giorno. Quando le “risorse” erano terminate c’era la possibilità di “segnare” la spesa su un quadernetto con fodera nera e bordo esterno dei fogli di colore rosso. Alla successiva quindicina si pagava il debito e la possibilità di mettersi “a paro” si presentava spesso una volta l’anno, quando i lavoratori delle grandi industrie riscuotevano la tredicesima.

Pr i ragazzi il pallone era un sogno e un’esigenza. Qualcuno si era inventata la storia che poteva essere dato in premio (non si sapeva da chi) qualora si fosse raccolto un certo numero di targhe di auto e, naturalmente, non dovevano esserci doppioni. Perciò alcuni di noi si sedevano sul ciglio della strada, con un quaderno in una mano ed una penna nell’altra, per annotare le targhe delle auto che passavano lungo la strada davanti casa. Dissero anche che non si potevano scambiare i numeri presi da altri perché ci sarebbe stata la squalifica ed addio pallone. Sedevamo per ore sul ciglio della strada in attesa che i mezzi passassero per prendere il numero della targa. Non ricordo bene il numero di targhe da prendere…forse un paio di migliaia.

Il totale necessario, alla fine, lo si raggiungeva, ma nessuno sapeva dove ed a chi consegnare i fogli con sopra scritti i numeri pertanto nessuno potette ritirare l’ambito premio.Poi , ad un certo punto, dopo lunga discussione con i coetanei arrivammo a capire che si trattava di uno stratagemma dei genitori per tenerci buoni qualche ora nei pressi di casa.

Eravamo ragazzetti ingenui e , pur di ottenere l’agognato pallone, le provavamo tutte.
Comunque poi non siamo cresciuti male….

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