La zecca ternana coniò monete di rame da 5 baiocchi, dette “Madonnina”, e le “Murajole ”le quali avevano diversi valori facciali: di otto, sei e quattro baiocchi. La zecca di Terni, che aveva sede della Ferriera Pontificia (oggi ex Siri e sede di un ipermercato) restò aperta solo pochi mesi, per cui le monete da essa coniate sono considerate rarità numismatiche.
Sul finire di quello stesso anno 1797, ai registrò un aumento del costo del rame e dell’argento, cosa che provocò la sospensione e successivamente la cessazione di ogni attività di conio.
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Per saperne di più.
*Mino Valeri, "La zecca di Terni". Ed. Circolo "Aromatici", Terni 1997;
*Rossi Passavanti Elia , "Terni nell'età moderna", Roma, 1939