Trenta milioni non erano roba da cambiarti radicalmente la vita, ma – insomma – non erano pochi. Tanto per farsi un’idea, nel 1960 la benzina costava 125 lire al litro; un pacchetto di sigarette nazionali Esportazione con filtro, 240 lire; un frigorifero stava intorno alla 120mila lire; quell’anno costò mille lire il biglietto per un posto in piedi per assistere alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Roma, mentre una poltrona in tribuna costava novemila lire. Vale a dire che con trenta milioni uno poteva quanto meno togliersi qualche bella soddisfazione.
Ovviamente cominciò la “caccia” ai vincitori. Poco dopo la fine della trasmissione si seppe chi era il possessore del biglietto AD 508 che, venduto a Perugia, aveva vinto il settimo premio: era abbinato alla canzone “Signorinella” cantata da Achille Togliani e vinse venti milioni. L’aveva in tasca un giovane imprenditore tessile di Ponte Felcino, Mario Guelpa, che ai cronisti raccontò di aver comprato il tagliando fortunato al ristorante sul lago Trasimeno. Era lì a pranzo con gli amici: il cameriere glielo aveva offerto, e lui aveva pagato le 500 lire del biglietto che poi si era messo in tasca senza nemmeno pensarci più. Fino a quella sera, ovviamente.
Per scoprire gli altri vincitori i cronisti dovettero faticare un po’ di più. Alla fine individuarono il vincitore dei cento milioni del primo premio: era un piccolo ristoratore di Parma. Invece non fu mai scoperto colui che aveva stappato lo spumante a Terni. A parte quel botto seppe ben tacere e nascondersi. Negli anni successivi altri biglietti vincenti di varie lotterie risultavano venduti a Terni, o meglio, in Pr4ovincia di Terni. Il più delle volte li aveva comprati gente che s’era fermata alla stazione di Fabro dell’Autosole. Gente di fuori, insomma. Ma nel 1960 l’autostrada non c’era.
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