Il Giro d’Italia arriva a Orvieto, Binda stacca tutti


4 giugno 1929
La battaglia si accese sulla salita di Ronciglione. Fu Domenico Piemontesi ad attaccare. Un attacco deciso. Si correva la Roma-Orvieto, nona tappa del Giro d’Italia del 1929. Una tappa breve, solo 120 chilometri, ma si annunciava ugualmente battaglia contro Alfredo Binda che guidava la classifica generale fin dalla quarta tappa e che, a Milano, si aggiudicò la vittoria finale di quella edizione della corsa.
L’attacco di Piemontesi, il più accreditato rivale di Binda, non ebbe fortuna: Gremo e Binda gli furono subito a ruota, cosicché, rientrato il tentativo di fuga, l’andatura del gruppo si fece più blanda ed alla fine della salita i corridori che s’erano avvantaggiati sul resto del plotone erano una trentina. Crippa, un “isolato”, era riuscito a salire spingendo un lungo rapporto, quindi non si fermò per cambiare e si buttò a corpo morto lungo la discesa, conquistando in breve un minuto di vantaggio. Ma bucò una ruota e fu ripreso. Non sì arrese però, perché nei pressi del traguardo di Orvieto ce n’era un’altra di discesa, e lui – evidentemente uno specialista – scappò nuovamente, stavolta insieme a Viarengo. A due chilometri dal traguardo i due erano ancora davanti, ma arrivò la salita. E Binda attaccò: con uno scatto potente, staccò i corridori che erano con lui, raggiunse i due fuggitivi e tagliò il traguardo con quattrocento metri di vantaggio: 24 secondi su Crippa, mentre Viarengo era crollato e fu riassorbito dal gruppo inseguitore. Dietro Crippa, Piemontesi fece sua la terza piazza, ma prese altri trenta secondi si distacco da Binda che, ovviamente, mantenne il primato in classifica, con un vantaggio di tutta tranquillità, visto lo strapotere che mise in mostra in quel.la edizione della corsa: tre minuti e mezzo su Frascarelli e Piemontesi secondi a pari merito.

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