Terni 1923, i maestri elementari obbligati ad andare a catechismo

Il vescovo Cesare Boccoleri

Storia e Memoria

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di SERGIO BELLEZZA

Il fascismo socialistoide, repubblicano e anticlericale rinnegava gradatamente nella corsa al potere i principi e valori di partenza. Al soldo degli agrari scatenava nelle piazze la violenza squadristica, sostituendo al dialogo democratico la prevaricazione eil sopruso della forza. Col discorso del 20 settembre 1922 a Udine, Mussolini apriva alla monarchia. Tra le prime misure, dopo la Marcia su Roma, il ripristino del crocifisso nelle scuole; colla riforma Gentile rendeva obbligatorio l’insegnamento della Religione nelle scuole italiane.
Infatti il R.D. dell’1 ottobre 1923 n. 2135 relativo al nuovo ordinamento sui gradi scolastici e i programmi didattici per le scuole elementari stabiliva – che a fondamento e coronamento della istruzione elementare in ogni suo grado – è posto l’insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta nella tradizione cattolica.
Il Decreto stabiliva poi che ad impartire lo stesso fossero gli insegnanti delle singole classi, qualora ritenuti idonei all’ufficio, e in difetto da altre persone, la cui attitudine
era riconosciuta dal R. Provveditore agli Studi, sentito il Consiglio scolastico.
L’art. 3 stabiliva che circa l’idoneità ad impartire l’istruzione religiosa sia da parte
dei maestri, che delle altre persone, il R. Provveditore doveva attenersi al conforme parere della competente autorità ecclesiastica.
Si convenne pertanto di aprire in tutto il Paese corsi di formazione sulla religione per i maestri destinati all’insegnamento. Quello di Terni, come di legge su L’Assalto,
venne inaugurato nella serata di sabato 1 dicembre in una sala dell’Istituto Leonino alla presenza del R. Ispettore scolastico, cav. prof. Gino Neri, del Direttore delle scuole elementari prof. Alessandro Camosci e del suo vice cav. Filippo Lisardi. Circa
80 i maestri partecipanti al corso. A pronunciare il discorso inaugurale mons. Cesare Boccoleri, vescovo di Terni, che si diceva grato al Governo che aveva ripristinato nelle scuole l’insegnamento di Religione e concludeva sapientemente sul ruolo e la necessità della stessa.

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