Marmore, il campione ciclista Van Looy nei guai per un panino preso al volo

Rik Van Looy

Quella tappa del Giro d’Italia 1961, il campione belga Rik Van Looy dovette ricordarsela per un bel po’. E non tanto perché è una delle sue numerose vittorie, quanto perché due anni e mezzo dopo, nel dicembre del ‘63, si vide consegnare a casa sua, vicino Anversa, un ordine di comparizione del giudice istruttore di Terni, Manlio Nico.

Van Looy era stato denunciato da un commerciante di Marmore per furto aggravato: un panino. L’ordine di comparizione era arrivato ad altri corridori ciclisti famosi: Gaul, Sorgeloos, Carlesi, Taccone, Liviero, Ciampi, Barale… Il “fattaccio” era accaduto a Marmore durante la Mentana-Castelfidardo, la tappa più lunga del Giro: 279 chilometri, ma c’era da “unire” due località che furono teatro di epiche battaglie risorgimentali e quello era il giro che celebrava il centenario dell’unità d’Italia.

Era freddo e pioveva, il 2 giugno 1961. A Marmore i corridori avevano percorso nemmeno un terzo della tappa; avevano bisogno di buttar giù calorie: di mangiare. Ma il rifornimento era lontano. Così, complice una sosta forzata al passaggio a livello chiuso, approfittarono dell’”ospitalità” di un negozio di alimentari che esponeva bibite, formaggi e salumi. «Fu una razzia» disse il commerciante. «Chi paga?», chiese. «Quelli della squadra che sono sulle ammiraglie. Arrivano tra poco», dissero. Ma i direttori sportivi risposero “nisba” al commerciante che – disse – vantava un credito di 250mila lire: nemmeno poco se si considera che una bibita costava 25 lire ed un frigorifero circa sessantamila.
Com’è finita? Van Looy, che allora chiamavano “Il miliardario” mise un paio di avvocati; gli altri campioni furono sentiti per rogatoria. Poi probabilmente ci fu un accordo con le società sportive, perché del processo («Rik ci sarà» aveva nel frattempo assicurato Sandro Parroni, il suo avvocato ternano) non è restata traccia.
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