Castelsantangelo, era luglio e il Nera straripò

Sta nelle Marche Castelsantangelo, ma il legame con l’Umbria è strettissimo anche se corre lungo un filo d’acqua: è il fiume Nera che proprio vicino Castelsantangelo nasce. E il Nera è un fiume tutto umbro. Le sorgenti stanno poche centinaia di metri oltre il centro abitato, ed il fiume, lì, è davvero poco più di un rigagnolo. Eppure sulla piazza del piccolo paese c’è il segno di quanto la natura può a volte sorprendere.
E’ un gioiello, quella piazzetta, dominata dalla facciata della Chiesa del Santo Spirito. Sulla sinistra, nell’antico muro costruito con sassi di fiume, s’apre una porta ricca di “insegne” che ne fanno anche un po’ la storia. L’indicazione più antica è quella del 1575 ed è relativa alla presenza di un “Hospitale”, ovviamente di Santo Spirito. Da “Hospitale” a Farmacia e sede della Pro Loco. Non c’è più né questa (spostatasi pochi metri più oltre lungo la via Sant’Angelo che lambisce la piazzetta) né quella, visto che la farmacia si trova ora in prossimità dell’incrocio tra la strada che esce dal centro abitato e la provinciale per Visso.
Non è quella di Santo Spirito la chiesa più “ricca” di Castelsantangelo, ma diventa particolarmente interessante per una indicazione che reca sul lato destro rispetto a chi guarda: ad un paio di metri di altezza c’è un “cartello” misuratore: è quello che indica il livello raggiunto da acqua e fango in occasione di una disastrosa alluvione, quella che si verificò nel mese di luglio del 1906. Non fu tutta colpa del Nera, che a quell’altezza è un fiume poco più che “neonato”, ma dell’acqua scesa dai monti trascinando con sé detriti e pietrisco. Furono danni ingenti.
Le sorgenti del Nera, frequentate da molti che riempiono damigiane d’acqua sorgiva, si trovano poco oltre Castelsantangelo per chi proviene da Visso, nei pressi della frazione di Vallinfante.

Poi arrivò il terremoto 2016-2017

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