Foligno, arrestato l’olimpionico Cartonnet spia dei nazisti

9 novembre 1947

Cartonnet campione di nuoto spia nazista
Jacques Cartonnet

A Foligno finisce in manette Jacques Cartonnet, olimpionico di nuoto nei 200 metri rana ai giochi di Los Angeles del 1932. Condannato a morte in Francia per collaborazionismo coi nazisti, egli era fuggito in Italia. Trentasei anni, Cartonnet a Foligno viveva sotto il falso nome di Max Quere, e si guadagnava la vita dando lezioni di francese. Nella città umbra nessuno avrebbe mai sospettato che quel giovanotto che viveva da solo con i pochi soldi guadagnati con le lezioni di francese, avesse alle spalle una vita avventurosa, infastellata di sbruffonate, grandi risultati sportivi, di belle donne, di soldi dilapidati, di adesione attiva e più che convinta al nazismo, di delazioni e denunce di cittadini giudei e, secondo alcuni, anche di assassinii.

Da sportivo, la sua specialità era, nel nuoto, la gara dei duecento metri rana, distanza su cui aveva vinto sei campionati nazionali ed aveva stabilito il record mondiale . Nel 1932, a 19 anni, fu il più giovane dei partecipanti, tra i francesi, alle olimpiadi di Los Angeles, dove fu eliminato in semifinale.

All’inizio della seconda guerra mondiale era allievo della scuola d’aviazione e non nascose, da subito, la propria ammirazione per il nazismo. Nel 1943 ottenne un alto in carico nel governo filonazista del generale Petain entrando a far parte anche dei servizi segreti.

Fu condannato a morte dopo la liberazione della Francia, ma lui se l’era già svignata da Tolosa dove abitava. Aveva scelto l’Italia per nascondersi, insieme alla sua donna, anche lei condannata per collaborazionismo. Fu rintracciato ed arrestato una prima volta  a Roma nel 1946, ma riuscì a fuggire saltando giù dall’aereo militare che doveva portarlo in Francia, e che era già con i motori accesi pronto a raggiungere la pista di decollo.

Riparò a Foligno, città a suo giudizio tranquilla, ma il 9 novembre 1947, la polizia italiana bussò alla sua porta. Nuovo arresto e nuova probabile rocambolesca fuga, visto:che in Francia non fu mai rimpatriato. I primi giorni di prigionia li trascorse in carcere a Roma e poi internato in un campo per stranieri indesiderati.Cosa sia accaduto dopo non si sa. Fatto è che quando morì, nel 1967, era in un monastero, dove aveva probabilmente vissuto nascosto per una ventina di anni.

Personaggio piuttosto singolare, Cartonnet dichiarava di non aver mai praticato sport fino a 17 anni, e sosteneva anzi, che fino a quell’età era terrorizzato dall’idea di entrare in acqua. “Spadaccino” con le donne, appena dopo le olimpiadi di Los Angeles, sparì per alcuni giorni insieme ad una star di Hollywood. Eppure ci fu chi dichiarò che era omosessuale. In Francia fu sospettato di aver denunciato per gelosia il suo rivale sportivo, Alfred Nakache, il quale nel 1943 fu deportato insieme a tutta la famiglia. Fondò una società di nuoto di cui era l’unico atleta, ma che gli consentì di organizzare una manifestazione per raccogliere fondi in favore dei prigionieri di guerra, però fu accusato di essersi intascati i 38 mila franchi dell’incasso.

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