Pian di Ruscio, terra fertile e sotto lignite e minerale di ferro

«Le vecchie miniere di ferro? Stanno giù in basso, a Pian di Ruscio…». Sono in  tre; tre donne sedute su un sedile di marmo, lungo la strada principale di Monteleone di Spoleto. Una strada dritta che comincia subito dopo la porta medievale, Porta Spoletina, d’ingresso al centro storico e finisce con una scalinata che porta alla Torre dell’Orologio, uno dei fiori all’occhiello dell’antico borgo fortificato della Valnerina.

Le miniere di ferro di Monteleone furono sfruttate a partire dal XVII secolo. Era da qui che, nella seconda metà del Settecento, partivano i carri carichi di minerali per rifornire la Ferriera Pontificia di Terni. Ma già cent’anni prima, per trasportare il ferro, era stata costruita una strada, ancora oggi utilizzata. Si distacca dalla Flaminia nei pressi di Strettura, pochi chilometri dopo Terni; sale verso Montefranco per scendere ad incontrare ad Arrone la Valnerina. Poi su, verso Scheggino, Sant’Anatolia di Narco. Da qui di nuovo in montagna verso Monteleone e giù, in una ripida discesa (ma anche ripida salita, a seconda del senso di marcia) verso Pian di Ruscio.

«Sì _ aggiunge un’altra delle tre donne _ però stia attento che quando arriva all’incrocio deve prende pe’ Cascia e no pe’ Leonessa». «Ma come _ interroga la prima _ non stanno proprio al piano le miniere?». «Qui sotto ci stanno le miniere de lignite… quelle de ferro stanno verso Cascia a Le Ferriere». C’era un piccolo lago, a Pian di Ruscio, milioni di anni fa. Ora c’è una grande pianura. Terra fertile. E pascoli. Sotto a tutto la lignite. Ma a fare la fortuna di Monteleone, nei secoli trascorsi, furono le ferriere. Non solo le miniere per cavare il minerale ferroso, ma anche il processo per estrarlo dalla pietra. Quel che ne usciva era definito “ferraccio”. Minerale grezzo che costava _ tanto per regolarsi _ 12 scudi per mille libbre (un po’ meno di tre quintali e mezzo), mentre il ferro ordinario stava a 30 scudi.

Ed allora via, alla ricerca di quanto oggi è rimasto di quelle ferriere, prendendo, all’incrocio di Ruscio, a sinistra in direzione Cascia. La strada che congiunge Leonessa a Cascia è particolarmente ricercata dai motociclisti: da Ruscio in poi  curve e controcurve, mezze in salita e mezze in discesa. Da affrontare con prudenza: per divertirsi non serve atteggiarsi a piloti da gran prix.

Il punto più impegnativo è quello in cui la strada scavalca il fiume Corno il cui letto, asciutto per la siccità di quest’anno, è diversi metri più in basso. C’è un ponte antico, di pietra rosa, di quella tipica della valle del Corno e dei Monti Martani. Fu costruito proprio quando si realizzò la via del Ferro, sotto papa Urbano VIII, alla metà del XVII secolo, che venne “allungata” fino a Cascia e, quindi, Norcia. Due curve a novanta gradi, per entrare sul ponte ed uscirne. E dopo l’uscita un’altra curva, in salita. Ci sono operai al lavoro per sistemare la cunetta: «Dove sono le Ferriere?». «Le Ferriere? Casomai Ponte delle Ferriere, che poi è quello che ha appena oltrepassato». Non ci sono ruderi di antiche fabbriche nelle vicinanze? «Boh…». E’ la risposta. «Sì, ci sono _ spiega più tardi un maresciallo dei carabinieri di pattuglia lungo la strada durante un normale controllo di documenti _  ma bisogna camminare in mezzo ai campi ed alla vegetazione… stanno giù, vicino al Ponte delle Ferriere. Deve tornare indietro ». «Io comunque non li ho visti mai…».

Non era un gran che il ferro prodotto a Monteleone. Si provò a fare qualcosa di meglio con una nuova ferriera, quella di Scheggino. Poi con quelle di Stifone, sul Nera vicino Narni. Si finì con la realizzazione della ferriera di Terni.

Intanto l’economia della Valnerina girava. E questo era frutto dell’impegno del cardinale Fausto Poli, quello originario di Usigni, consigliere molto sentito del papa Urbano VIII. Il cardinal Poli non smise mai di impegnarsi nel tentativo di far prosperare la sua terra di origine. Che allora poteva proprio pensare di avere qualche santo in paradiso: o comunque a stretto contatto con esso.

Aprile 2012

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