1451, vietato ai Piedilucani di vendere pesce a Terni

Il 28 marzo 1451, il municipio di Terni sbarrò le porte della città ai piedilucani. Era una ritorsione per essersi schierati dalla parte di Rieti nella disputa che vide per lungo tempo opporsi le due città in materia di confini dei rispettivi possedimenti a sud del Castello di Moggio. Una disputa che alla fine si era risolta con un accordo raggiunto alla fine di febbraio di quell’anno,.

I piedilucani si erano messi in mezzo e non si erano limitati a parteggiare per Rieti ma compirono anche “atti ostili” nei confronti di Terni. Che, appunto, se la legò al dito. E così, un mese dopo l’accordo con Rieti, il consiglio cittadino di Terni decise di interrompere qualsiasi rapporto e comunicazione con i piedilucani, vietando loro di vendere il pesce in città e negandogli, comunque, ogni tipo di commercio. Andassero a Rieti:

 

Fonte: Lodovico Silvestri, “Collezione di memorie

storiche tratte dai protocolli

delle antiche riformanze della città di Terni dal 1387 al 1816″.

Ristampa a cura di Ermanno Ciocca. Terni 1977, Ed. Thyrus.

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