1910, il Comune di Terni condannato a pagare 200mila lire ad un’impresa

1910
La centrale comunale di Collestatte Piano

Una sentenza che mise in crisi l’amministrazione comunale di Terni, quella che accolse il ricorso di un imprenditore. Dalle casse comunali dovevano uscire 222mila lire, una bella somma se consideriamo che la decisione del collegio arbitrale fu presa il Primo di agosto del 1910. In valuta attuale quella cifra corrisponde a più di novecentomila euro.

Il collegio arbitrale era stato chiamato a pronunciarsi su ricorso di Giulio Rossi, titolare di un’impresa costruttrice. Reclamava dal comune di Terni il pagamento del sovrapprezzo dei lavori effettuati all’impianto elettrico municipale.

L’avvocato Salvatore Fratellini, l’ingegner conte Alfredo Salvatori e l’ingegner Italo Chiesa, componenti del collegio aribtrale, condannarono il municipio di Terni al pagamento di duecentomila lire alla ditta e 22mila lire per la quota parte di spese di giudizio.

Sindaco era Vittorio Faustini, lo stesso che si trovò ad affrontare il delicato e difficile periodo della serrata delle acciaierie del 1907, di scioperi e polemiche aspre contro il governo, camarille politiche.

La crisi amministrativa, nell’occasione, comunque, non ci fu e Faustini rimase sindaco fino al 1914.

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