1912, un velivolo chiamato Terni per la nascente arma Aeronautica

Storia e Memoria

Storia e memoria rubriche fonderia calvi VELIVOLO

di SERGIO BELLEZZA

Ricorre quest’anno il centenario della nascita dell’Aereonautica, arma fondamentale per il dominio dei cieli. La  celebriamo raccontando la storia del Velivolo Terni.     

La guerra di Libia, dove vennero impiegati per la prima volta, fece subito intravedere le potenzialità belliche degli aerei. Sull’esempio della Francia, che aveva già sottoscritto due milioni e mezzo di franchi, anche nel nostro Paese, nella primavera  del 1912, s’iniziò la raccolta di fondi  per incrementare  “la flotta del cielo”. Iniziativa che coinvolse l’intera Penisola, a cominciare dal Re, Vittorio Emanuele III, che contribuì alla stessa, offrendo al Ministero della Guerra un vaglia cambiario di 100.000 lire. Seguì l’impegno della Magistratura e quello della scuola, promosso quest’ultimo dai maestri perugini ripreso poi dai Provveditorati agli Studi di tutt’Italia. Nello stesso tempo uno studio d’arte di Firenze, metteva a disposizione dei comitati di raccolta,  a soli 5 cent.,   un milione di distintivi “in metallo bianco e coccarda tricolore”. Tutte le città italiane, piccole o grandi, si mobilitarono, sognando ognuna di  avere nell’armata nazionale un aereo che ne portasse il nome.

Anche Terni, che convocava nella sede municipale un apposito comitato “pro flotta aerea”, presieduto dal Cav. Girolamo Bianchini, con l’avv, Lazzari alla vice-presidenza, che  il 23 maggio faceva affiggere per le vie della città un manifesto dai toni fortemente patriottici e dal titolo emblematico “Cittadini, date le Ali all’Italia”. Annunciava allo stesso tempo il consistente contributo alla sottoscrizione della Soc. TERNI. Presto arrivavano quelli  delle Officine Bosco, della Società del Carburo,  della Cassa di Risparmio e della Banca di Terni. Non mancarono quelli di  privati cittadini, come il conte Carlo Pressio Colonnese e i cav. Imperatori e Mayer. Il proprietario del cinema Lux offrì a sua volta l’incasso dell’intera serata di mercoledì 15 ottobre. Si chiamava poi a contribuire il territorio limitrofo, coll’istituzione di sottocomitati nei centri minori e nei paesi viciniori. Si alimentava poi lo spirito nazionale  con iniziative propagandistiche, come la conferenza sulla Guerra di Libia, tenuta al teatro Verdi del noto pubblicista Giuseppe Piazza.

A fine anno nuova riunione del comitato, sempre sotto la presidenza dello stesso Girolamo Bianchini, rientrato il giorno di Natale, dalla Grecia, carico di gloria e coi gradi di colonnello. Nell’occasione la presentazione della relazione e dei risultati della sottoscrizione, giunta alla consistente cifra di 16.500 lire. Approvato l’operato della stessa e votato un indirizzo di plauso alla classe lavoratrice per suo forte contributo,  si assegnava   al sindaco della città il compito di consegnare il suddetto importo al Ministero della Guerra.

Dopo qualche giorno, a coronamento di tutta l’operazione, giungeva al deputato ternano, on. Faustini, una lettera del sottosegretario, gen. Mirabello, che assicurava la Commissione esecutiva del Comitato pro VELIVOLO TERNI che “[…] il Ministero ha già disposto che il voto manifestato dai patriottici sottoscrittori venga a suo tempo pienamente accolto e […] un aeroplano della futura flotta aerea porti il nome della nobile e industre città di Terni”.

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