1916, sciopero compatto delle “Centurinare” che ottengono un aumento di salario

sciopero centurini jutificio

il 2 marzo 1916 le donne dello Jutificio Centurini a Terni abbandonarono il lavoro. Lo sciopero nacque spontaneo. Il malcontento circolava da tempo tra le operaie che avevano presentato un pro memoria chiedendo “miglioramenti morali e materiali” sul lavoro. La risposta della direzione fu di concedere un’indennità condizionata dall’impegno da parte loro di fare undici ore di lavoro al giorno. Le operaie, dietro consiglio della Commissione interna, accettarono ma il malcontento continuò.

La direzione propose la concessione di un premio quindicinale di due lire. Una decisione che indignò le operaie. Oltretutto era legata ad un comportamento irreprensibile per cui bastava un ritardo nel presentarsi al lavoro perché venisse tolto. Le ragazze dello jutificio – come le definiva L’Avanti!, considerarono la proposta come una provocazione e abbandonarono il lavoro sostenendo che non volevano premi ma un aumento della tariffa del 30 per cento.

Uno sciopero compatto. Al terzo giorno quando, dopo vari incontri fra la commissione interna assistita dalla Camera del Lavoro e l’ingegner Mazza in rappresentanza del sottoprefetto, fu stipulato un concordato con cui la direzione dello jutificio concesse l’aumento del 30% richiesto sulle tariffe nominali entrate in vigore da primo settembre 1915 ed il 20 per ento sulle tariffe del lavoro a cottimo, mantenendo undici ore di lavoro giornaliero.

Le operaie rinunciavano all’indennità di guerra di due lire a quindicina, condizionata alle sole che non avessero avuto ritardi, assenze o multe.

Il 5 mattina il lavoro fu ripreso.

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