Accadeva troppo spesso infatti che conti e prezzi di manodopera venivano alterati ed il Magistrato , ossia il capo dell’amministrazione comunale, “poco cauto o dimentico de’ propri doveri e della tutela dell’interesse pubblico o per inopportuno quanto ingiusto favore verso l’artiere, senza veruna difficoltà li approvava, rilasciandone bolletta per un prezzo eccedente pagabile colla pecunia comunale”.
Ma da quel giorno tutto cambiò, perché il consiglio di Credenza ordinò, appunto, che prima di pagare “i conti dati fossero stati rigorosamente sindacati da persone oneste dell’arte prescelte dal pubblico Consiglio, le quali verificata l’esatta esecuzione del lavoro, ed attribuita a questo la mercede giustamente dovuta, precisassero la somma da rilasciarne bolletta”.
Insomma c’era chi faceva “la cresta”, come si dice. Ma da allora cambiò tutto, perché si ordinò che quella norma così rigorosa fosse “legge di perenne osservanza”.
Non si sa se, col passare dei secoli, l< ferrea regola è rimasta in vigore o no.
Fonte: Lodovico Silvestri, “Collezione di memorie storiche tratte dai protocolli delle antiche riformanze della città di Terni dal 1387 al 1816". Ristampa a cura di Ermanno Ciocca. Terni 1977, Ed. Thyrus.