1521, tra Collescipoli e Terni è guerra: morti, case bruciate, alberi sradicati

 

Collescipoli
Il castello di Collescipoli

Il 6 maggio 1522 fu compiuto il passo definitivo per la pace tra Terni e Collescipoli ponendo fine ad una serie di ostilità che erano cominciate l’anno prima e precedute da un antefatto: alcune famiglie collescipolane avevano chiesto di essere iscritte tra i cittadini ternani. Il governo  comunale del castello di Collescipoli, preoccupato da questa fuga di famiglie facoltose, si rivolse al cardinale Pompeo Colonna, il quale era stato protettore di Terni, chiedendo che l’impegno assunto da quelle famiglie col Comune di Terni fosse sciolto. E il cardinale intervenne chiedendo, ma con fermezza, che quei collescipolani tornassero ad essere considerati “forastieri” dai governanti ternani i quali aderirono alla richiesta malgrado non fossero affatto d’accordo. Pompeo Colonna aveva appoggiato l’elezione di papa Leone X il quale ne divenne il protettore conferendogli un notevole peso politico. Al potente cardinale Pompeo Colonna, tipo non proprio raccomandabile e noto per la sua determinazione, non si poteva dire di no.   Ma morto il papa Leone il 1. dicembre del 1521, i ternani in armi circondarono il castello di Collescipoli, nonostante il sacro collegio avesse chiesto che si mantenesse la pace nei territori del papato.

I ternani avevano subìto l’imposizione di Colonna e l’iniziativa dei collescipolani come un affronto da vendicare. Intimarono perciò che venissero osservati  i patti a suo tempo sottoscritti, ma in risposta ebbero solo insulti. Inevitabile il ricorso alle armi: furono uccisi molti uomini, si incendiarono case, si sradicarono persino gli alberi. La guerra durò tre giorni, fino a che l’intervento del collegio dei cardinali mise d’imperio fine alla diatriba e condannò il Comune di Terni alla pena di ventimila ducati d’oro, una fortuna. Ed in aggiunta si dispose la sospensione di tutte le funzioni religiose in città.

collescipoli
Pompeo Colonna

A quel punto ai ternani non rimaneva che si rivolgersi, a loro volta, al cardinale Colonna, ricordandogli che egli aveva appunto retto al chiesa ternana. Pompeo Colonna si dimostrò “magnanimo” sospendendo la pena, ma successivamente pretese che Terni fornisse gli armigeri per le guerre che videro impegnata la famiglia dei Colonna. I rapporti con Collescipoli rimanevano, ovviamente, tesi.

Finché il 6 maggio 1522 lo stesso Colonna e il cardinale D’Araceli, che agiva con lui in tandem, si recarono a Collescipoli, per trovare condizioni per la pace. E le trovarono anche se il patto di non belligeranza fu siglato nel dicembre del 1522, sette mesi dopo.

 

Fonte: Lodovico Silvestri, “Collezione

di memorie storiche tratte

dai protocolli delle antiche riformanze

della città di Terni dal 1387 al 1816″.

Ristampa a cura di Ermanno Ciocca.

Terni 1977, Ed. Thyrus.

Elia Rossi Passavanti “Terni nell’età

moderna”, rist. anastatica a cura di Vincenzo Pirro,

lit. Strella Terni, 2002.

 

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