Quatto quatto, re Umberto va a consulto dalla magnetizzata di Collescipoli

STORIA E MEMORIA

Storia e memoria rubriche fonderia calvi VELIVOLO

di SERGIO BELLEZZA

Nel secolo scorso Collescipoli era  molto conosciuto grazie alla presenza di una  chiaroveggente: Sora Virginia. Per sottoporgli il proprio caso arrivava gente da ogni parte d’Italia. Sembra che anche Re Umberto, nel più assoluto riserbo, sia ricorso alle sue visioni.

La “Magnetizzata”, al secolo Virginia Fontana, possedeva a quanto si dice doti straordinarie: leggeva il presente e prevedeva il futuro, diagnosticava malattie e ne indicava le cure.

Lo confermano varie testimonianze e le dichiarazioni convinte degli anziani del paese. Bastava la  presenza fisica dell’interessato,  una semplice foto o un indumento personale perché Sora Virginia cadesse in catalessi e parlando  “con voce da uomo” desse risposta ai quesiti della gente.

Esercitava la sua arte con “spirito caritatevole e senso missionario”, senza pretendere compenso alcuno.  Veniva da una famiglia agiata, i fratelli erano i concessionari per Terni della Fiat, e aveva sposato, in seconde nozze, il Cav. Ezio Mainardi, già cancelliere capo del Tribunale di Terni. Accettava per lo più offerte in natura,  che regalava spesso alle famiglie povere di Collescipoli; destinava invece quelle in denaro a istituzioni religiose e  associazioni di carità.

Aveva ereditato le virtù chiaroveggenti dalla madre, Amalia Innocenti,  e si sentiva obbligata a  continuarne l’opera, perseguitata dalla medicina ufficiale.  Venne più volte denunziata “per abuso della professione”, ma sempre prosciolta dal Tribunale di Spoleto. La prima volta a inizio secolo, la successiva nel 1912. In entrambi i casi in fase istruttoria, dopo accurate indagini e la  perizia di un consulente: il prof. Umberto Rossi. Lo psichiatra perugino, dopo aver visto all’opera Sora Virginia riconobbe “il fenomeno ipnotico e lo sdoppiamento della personalità”. L’ultima denunzia nel 1928. A sottoporla a giudizio questa volta il Tribunale di Terni, che provvide a scagionarla di nuovo, motivando la sentenza col fatto che “la Fontana non visita fisicamente, ma spiritualmente, con arte ipnotica. Non firma ricette, ma indica a voce le cure. I malati ricorrono a Lei spontaneamente e spesso dopo aver provato ogni tipo di rimedio medico. La sua attività, viene ricompresa nella funzione di “Gabinetto Magnetico” riconosciuta dalle legge ed a cui l’accusata è regolarmente iscritta”.

Il riconoscimento dei giudici, soprattutto quello dei suoi tanti clienti, fecero lievitare la  fama della “Magnetizzata” al di là dei confini locali, tanto da essere invitata ad esercitare nella Capitale, dov’era già conosciuta ed apprezzata. Scelse però di continuare a praticare la “sua missione” nella silenziosa e accogliente Collescipoli, lasciando Terni, dov’era nata l’11 Marzo 1899.

Ironia della sorte, Sora Virginia, che aveva curato tanta gente, si vide strappare in tenera età le sue uniche figlie, Amalia e Diamantina. Il dolore e la  disperazione non limitarono quello spirito eletto, che continuò la sua opera fino alla  morte, avvenuta, sembra per tubercolosi, il 13 maggio 1951, tra la commozione di tutti i Collescipolani e dei tanti suoi miracolati.

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