Terni 1521, anche il podestà ha regole dure da rispettare

Il 12 febbraio 1521. Il Legato Apostolico Cardinale Silvio di Cortona, inviato a Terni dal Papa per far sì che fosse mantenuta la pace con le città vicine, si occupò anche di dettare alcune norme relative all’elezione del podestà, all’esercizio della sua funzione, all’amministrazione della giustizia.
Il podestà, per prima cosa, doveva pagare di tasca sua le spese per recarsi nella sua residenza ufficiale. Nell’esercitare il proprio ufficio doveva avere con sé un laureato in qualità di giudice delle cause dei delitti, un uomo esperto e probo che fosse suo consigliere, quattro notai, un paggio in livrea, otto servitori capaci alla bisogna di maneggiare le armi, i quali fossero di comprovata onestà e capacità. Ed infine un cavallo.
Il podestà doveva stare costantemente un ufficio, non doveva mai agire per mezzo di rappresentanti m sempre personalmente; non doveva mai allontanarsi dalla città senza il permesso del consiglio di cerna. I suoi impiegati dovevano essere non ternani ma tutti domiciliati almeno a venti miglia di distanza. Nessun atto doveva essere scritto se non in un registro bollato col timbro del Comune.
Seguiva una serie di raccomandazioni di ordine , per così dire, penale. Vale a dire che il podestà non doveva permettere ai ribelli asilo in città; non doveva approfittasi in alcun modo del denaro pubblico; doveva essere equo e imparziale nell’amministrare la giustizia e scevro di spirito di partito.
Alla scadenza del mandato, della durata di un anno, doveva presentare un esatto rendiconto della sua gestione durante la quale, ogni due mesi, doveva anche rendere conto del comportamento dei suoi ufficiali e dei lavori che riguardano le incombenze. Nel caso di manchevolezze doveva corrispondere 20 fiorini mentre pene pecuniarie erano previste anche per i collaboratori: il giudice collaterale doveva versare otto fiorini, gli uomini probi quattro, due tutti gli altri impiegati compresi i servitori.

Fonte: Lodovico Silvestri, “Collezione di memorie storiche
tratte dai protocolli delle antiche riformanze
della città di Terni dal 1387 al 1816″.
Ristampa a cura di Ermanno Ciocca. Terni 1977, Ed. Thyrus.

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