Terni 1564, obbligatorio piantare alberi da frutta nei fondi coltivati

Terni Cassero e porta roma nel '600 obbligatorio

Era obbligatorio: in ogni appezzamento di terreno nel territorio del Comune di Terni, per ciascun modiolo di superficie (circa 1800 metri quadrati) il proprietario doveva mettere a dimora cinque piante da frutto. La norma fu stabilita dal senato cittadino con una delibera del 5 luglio 1564, “allo scopo di promuovere ed avvantaggiare l’industria, la piantagione e cultura de’ fondi rustici”.

Ovviamente si parlava dei terreni irrigui, quelli coltivati cioè non in zone impervie o che non avessero a disposizione acqua sufficiente. si dette un limite di tempo entro il quale ciascuno dei proprietari poteva allinerarsi alle regole. Si individuò e si stabilì che esso coincidesse con la fine del mese di aprile dell’anno successivo, il 1565.

Fu prevista una pena per chi non osservasse la direttiva del Comune, pari a cinque baiocchi per ogni pianta mancante, pena raddoppiata se la mancanza fosse stato accertata anche l’aprile dell’anno seguente.

In effetti, comunque, non fu necessario ricorrere a coercizioni. Obbligatorio o non obbligatorio, la nuova norma comunale fu accolta con estremo favore. si adeguarono non solo i proprietari dei terreni irrigabili, ma anche di quelli non irrigabili e sulle colline circostanti la conca ternana.

Il Comune indicò anche une lento di piante consigliate. Il seguente:

  • Persichi
  • Mori negri e bianchi
  • Nespole
  • Vaccino
  • Gensole,
  • Passarino,
  • Visciole
  • Cerase
  • Sorbe,
  • Durace
  • Galluzzo,
  • Pera,
  • Fiche,
  • Lazzarine
  • Malvasia,
  • Cotogne,
  • Brugnole,
  • Amandole,
  • Moscatello,
  • Granati,
  • Albicocche,
  • Nuci persiche
  • Carciofani,
  • Muniaci,
  • Nocchie,
  • Marasche,
  • Mela.
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