Terni, agosto 1921: tre giorni di scontri e sparatorie tra Arditi del popolo e fascisti

Erano circa duecento gli Arditi del Popolo che a Terni, l’8 agosto 1921, presero parte ad una riunione convocata presso la Camera Sindacale. L’iniziativa era stata pubblicizzata attraverso i giornali e quindi si pensava che non ci sarebbero state preoccupazioni, tanto è vero che le forze dell’ordine si limitarono ad un semplice presidio.

Tutto liscio, quindi, durante la riunione. Fu dopo che cominciarono le scaramucce che andarono in crescendo fino al 10 agosto, giorno in cui si registrarono diversi fatti di violenza.

L’8 sera, finita l’assemblea, un gruppo di Arditi  – raccontava una corrispondenza da Terni dell’Avanti! “Un gruppo di Arditi venne a conflitto con n gruppo di fascisti i quali fecero uso anche delle armi, ma fortunatamente senza conseguenze”.

Il giorno dopo, però, la faccenda si aggravò e si registrò uno scambio di revolverate tra Arditi che si trovavano nei locali della Camera del Lavoro ed alcuni fascisti sopraggiunti. Ci fu un ferito, “il fascista Lufrani colpito al polso sinistro”. “Nella serata e nella nottata – è sempre la cronaca del giornale socialista – in più punti della città sono stati esplosi parecchi colpi e squadre di fascisti hanno scorrazzato tutta la notte. I carabinieri divisi a pattuglioni e comandati dai commissari giungevano semopre buon ultimi”.

In qualche particolare, diversa la corrispondenza pubblicata dal Corriere della Sera il quale nel riferire dello scambio di revolverate informava che “un comunista è rimasto ferito leggermente da un colpo di rivoltella esplosogli da un fascista. Il feritore è stato arrestato. Un fascista a sua volta rimase ferito al polso dinanzi alla Camera del Lavoro sindacale, da dove due comunisti gli spararono due rivoltellate dandosi subito alla fuga. I fascisti di notte  tentavano vari atti di rapprese saglia, impediti subito dai carabinieri”.

E siamo alla mattina del 10 agosto, quando “un giovane operaio ferito veniva, dal viale Brin trasportato all’ospedale – scriveva il corrispondente dell’Avanti! – Un gruppo di fascisti hanno catturato l’operaio Proietti e nella loro sede – sembra- lo hanno processato. Uguale sorte è toccata al tramviere Pangrazi che è stato schiaffeggiato lungo il Corso. Questa sera mentre il ferroviere Pieramati traversava uin bicicletta via Faustini per recarsi a casa venne colpito alla nuca da un colpo di rivoltella”.

“Gli animi sonno eccitatissimi – commentava il cronista – non si può prevedere dove andremo a finire e le conseguenze”.

Proprio il 10 agosto, il Comitato regionale dei Fasci umbri si riuni  a Perugia per discutere del patto di pacificazione che era stato firmato a Roma – tra aderenti alle varie fazioni politiche – che non era entusiasticamente condiviso dai fascisti umbri che sottolinearono in quella sede che “A Terni, dove era stato sottoscritto il patto di pacificazione, il Fascio ha denunziato alla cittadinanza il contegno tenuto dai contraenti. Domenica scorsa, infatti, oltre duecento arditi del popolo – riferiva il Corriere della Sera – poterono compiere una cerimonia nella Camera del lavoro sindacale firmataria del patto”. L’accaduto veniva considerato come una violazione del patto di pacificazione e “Perciò i fascisti umbri dichiarano di riprendere la propria libertà di azione e in questo senso è stato telegrafato all’on. Mussolini”.

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