Terni 1922, in via Battisti sparano al fascista Galassi: perquisito il “Palazzone”

Il Palazzone di viale Brin

Fu un episodio grave e controverso. Accadde  in via Battisti, intorno alla mezzanotte tra il 3 e il 4 agosto 1922: L’ingegner Carlo Galassi, esponente di spicco del fascismo ternano, fu ferito da tre colpi d’arma da fuoco mentre era sul marciapiede insieme ad altri fascisti. Fu ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Terni, ma se la cavò. La notizia fu riportata con poche righe nel Corriere della Sera, ma non si trattò di un episodio di scarsa gravità.

Il 3 agosto 1922 c’era stato, a Terni, lo sciopero generale “legalitario” il quale registrò, secondo la cronaca dell’Avanti! “Un’adesione completa a parte i dipendenti della Regia Fabbrica d’Armi che furono tutti al lavoro”. Alla fabbrica del Carburo, comunque, gli scioperanti, la mattina del 4 agosto. trovarono un biglietto di punizione con cui si comunicava che era stata loro inflitta una multa di tre giorni di paga; ai manovali della ditta Berti (una grande impresa di costruzioni edili)  fu annunciato il licenziamento, alla Carburo di Narni si disse che la direzione aveva proclamato la serrata, e alla Bosco il giorno dopo lo sciopero non furono aperti i cancelli per cui gli operai in pratica fecero un secondo giorno di sciopero. “Malgrado tutto ciò – scriveva l’Avanti! – la calma è perfetta”.

Evidentemente l’articolo fu scritto nel primo pomeriggio, perché poi arrivò un primo aggiornamento, secondo cui alle 9 e 30 di quella stessa sera del 3 agosto gli anarchici ternani furono avvertiti che nei loro locali, situati a Palazzo Magalotti, erano stati visti entrare alcuni fascisti. Accorsero per verificare se ci fossero stati danni, ma trovarono tutto in ordine. Evidentemente era stato un falso allarme.

L’allarme vero fu innescato da un fatto avvenuto poco dopo la mezzanotte e riferito in un ulteriore aggiornamento. In una via fuori della città – si riferiva – era stato ferito “il fascista ing. Galassi da persone sconosciute che gli hanno sparato”. C’erano stati degli arresti mentre il ferito era ricoverato in ospeale.

Ma non fu l’ultima fatica di una giornata piuttosto “vivace” per il corrispondente dell’Avanti! Altro aggiornamento nel cuore della notte per riferire che in effetti pareva che alcuni fascisti erano stati visti entrare a Palazzo Magalotti, ma per recarsi a casa di Pietro Magalotti che abitava nei piani superiori a quello dov’era la sede degli anarchici. Sembra che quello fosse – sempre stando alle cronache del giornale socialista – il luogo di incontro per una “squadra” che si sarebbe recata a Foligno e Ancona. L’arrivo degli anarchici, che vollero controllare se fosse successo qualcosa nella loro sede, provocò un certo ritardo nell’organizzazione della partenza perché il concentramento dei fascisti fu rinviato di una paio d’ore.

Una volta equipaggiatisi, comunque, i fascisti di avviarono a piedi da via Cavour dirigendosi in via Battisti dove li attendevano tre camion. L’ingegner Galassi, insieme ad altri fascisti, si trovava dalla parte opposta della strada quando fu raggiunto dai colpi d’arma da fuoco che – affermava l’Avanti!– “forse erano stati sparati per un equivoco sulla parola d’ordine, da qualcuno dei fascisti”. “Mentre la questura procede ad arresti su vasta scala – si concludeva la corripondenza  – e continua le sue indagini, qui giungono camions e fascisti da fuori e sembra che altri ne giungeranno in nottata. Non è a nascondersi che la popolazione è allarmatissima”.

Non si registrarono disordini comunque. Ma, mentre Galassi era ricoverato in ospedale, continuavano serrate indagini. All’alba dell’11 agosto 1922 guardie e carabinieri in notevole numero perquisirono tutte le abitazioni del grande fabbricato  “Il Palazzone”, al viale Brin. Lì, spiegava l’Avanti! “abitano un centinaio di famiglie, tutte della classe operaia. Dopo aver fatto circondare il fabbricato e piantonare tutte le porte da picchetti di soldati di artiglieria e fanteria, l’operazione è durata qualche ora. Sono stati sequestrati un inservibile moschetto ed un revolver e operati gli arresti dei proprietari delle armi per mancata denuncia”.

Il giorno di Ferragosto le perquisizioni continuarono nei circoli  e ritrovi operai di Papigno e Collescipoli, dove fu trovato soltanto qualche opuscolo di propaganda.

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