Terni e gli adolescenti anni ’60: la perversione era una bottiglia di vermouth

TERNI MIA

di LORENZO MANNI

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Era la metà degli anni 60, quando a Terni diventarono di moda i “Clubs “

Si utilizzavano locali, “rubati” alle necessità familiari come garages e cantine, si allestivano le pareti con festoni  e dipinti mentre al soffitto venivano applicate lampade, il minor numero possibile, colorate per dare tono ed intimità ai giovani  frequentatori. 

Il club doveva essere fornito se non di un giradischi almeno di  un mangianastri e  grazie alla disponibilità di qualche amico che portava i “nuovi“ dischi, si  poteva dare inizio alle danze  in quegli spazi non molto ampi, ma comprendenti comunque buffet – chiamiamolo così – composto da semplici pasticcini “Fru Fru“ (Wafer Mignini)  e bevande analcoliche tipo spuma, gassosa ; il massimo della perversione si raggiungeva quando era presente  una bottiglia di vermouth, quello bianco. 

I ragazzi , che per la maggior parte erano amici, indossavano giacca e cravatta, le ragazze maglioni e gonne, anche loro eleganti, di quella eleganza sobria che la moda giovanile  di allora dettava; capelloni ed eskimo  vennero di moda negli anni successivi.

Bei ricordi di gioventù che possono suscitare ancora emozioni a quanti hanno avuto la fortuna di vivere quelle magnifiche esperienze .

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