1785, Terni terremotata avvia la ricostruzione

1785 terremoto
Terni in un’antica stampa

Quell’anno 1785 i ternani sentirono la terra tremare parecchie volte. Terremoti erano stati avvertiti il 3 marzo, il 2, 3 e 9 ottobre. Specialmente quest’ultimo, dell’ottavo grado, che ebbe come epicentro i monti reatini e verificatosi alle 3 di notte, gettò nel panico la popolazione cittadina oltre a provocare ingenti danni: molti gli alloggi inagibili, e numerosi coloro che abbandonato il centro abitato cercarono ricovero in aperta campagna, usando le tende – i più ricchi – o dormendo all’aperto.

Era quanto riferiva il senato cittadino in una supplica al governo pontificio, inviata a Roma qualche giorno dopo il 15 ottobre. Alla situazione su descritta, per completare l’elencazione degli effetti del terremoto, nella supplica si illustrava la situazione in città: “Cessato il commercio, tacente ogni pubblico affare, ogni privato negozio e perfino la coltura de’ campi, anima della nostra vita civile”. Oltre al terrore, la paralisi economica, quindi. Per questo il senato cittadino chiedeva “ un qualche sussidio, almeno per la classe indigente, in cui disgraziatamente si comprendevano gli artieri tutti”. Si informava che della questione era stato interessato il cardinale Andrea Negroni,  titolare del protettorato di Terni e con lui il cardinale Francesco Carrara che, originario del bergamasco, era diventato cittadino ternano.

1785 terremoto terni
Il cardinale Carrara

Ogni loro buon ufficio si rivelò inutile ed allora il senato cittadino decise di inviare la supplica al papa per ottenere almeno duecento scudi da distribuire ai poveri.

Approssimandosi la fine di quell’anno terribile e cessati i terremoti, mentre si dava in via alla ricostruzione, il 27 dicembre si votò perché ogni anno si tenesse un triduo alla “Vergine Santissima del Rosario in perenne rendimento di grazie”. che avrebbe dovuto tenersi nei tre giorni precedenti la festività della Madonna del Rosario (il 7 ottobre)  con l’intervento del Magistrato (il sindaco) alla messa solenne da celebrare nella cattedrale.

Ne frattempo la “pia donna Fulvia Costantini, maritata in Liberati, di Ascoli”  aveva inviato in dono una reliquia di S.Emidio, protettore dai terremoti, che fu conservata presso la cattedrale, in un apposito reliquario, mentre Sant’Emidio veniva annunciato come comprotettore di Terni.

Fonte: Lodovico Silvestri, “Collezione di memorie

storiche  tratte dai protocolli delle antiche

riformanze della città di Terni dal 1387 al 1816″.

Ristampa a cura di Ermanno Ciocca.

Terni 1977, Ed. Thyrus.

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