Piediluco, l’esilio in riva al lago di Mario Soares leader socialista portoghese

Mario Soares Piediluco
Mario Soares iin un locale di Piediluco

Storia e Memoria

di SERGIO BELLEZZA

Storia e memoria rubriche fonderia calvi VELIVOLO

Piediluco si è onorato anni fa d’accogliere durante l’esilio Mario Soares. Portoghese, socialista, era nato il 27 dicembre 1924 a Lisbona, nella cui università conseguiva la laurea in Scienze storiche, filosofia e diritto. Fin da studente si batteva contro la dittatura di Salazar, aderendo, non ancora diciannovenne, al movimento di unità antifascista. Da avvocato s’impegnava nella difesa di perseguitati politici e prigionieri di regime. Arrestato per ben 13 volte, subì per 3 anni il carcere e fu infine deportato nella colonia portoghese di Sao Tome. Condannato all’esilio, riparava in Francia, dove ottenne una cattedra universitaria. Nel 1970 trascorreva l’estate a Piediluco, dove cominciò a scrivere le proprie memorie e stese “Il Manifesto della democrazia portoghese”.

Nel 1973 partecipava alla costituzione del Partito Socialista Portoghese, di cui era nominato Segretario generale. Dall’anno successivo e fino al 1985 sarà apprezzato vicepresidente dell’Internazionale Socialista.

Tornava in Portogallo, solo dopo che la “Rivoluzione dei Garofoli”, che il 25 aprile 1974 spazzava via la dittatura, restituendo la libertà al popolo lusitano. Ministro degli Esteri nel primo governo democratico portoghese, sostenne il processo di decolonizzazione del Paese. Sarà poi Presidente del Consiglio di un governo monocolore socialista e poi di quello di coalizione con il Partido democratico Social. All’opposizione per qualche anno, guidava i socialisti di nuovo alla vittoria nelle politiche del 1983. Poteva così tornare, proprio il 9 giugno di quell’anno, alla guida del Paese, con un governo, che si caratterizzava per la riforma agraria, la politica di rigore e il risanamento dell’economia, creando al Portogallo le condizioni per entrare nella Comunità Europea. Nel 1986 Mario Soares era nominato Presidente della Repubblica, carica a cui era rieletto trionfalmente cinque anni più tardi.

Alla fine del mandato intensificava la sua attività internazionale, che lo portava nel ’99 all’elezione al Parlamento europeo, dove, come membro della Commissione Affari Esteri, s’occupava di difesa, sicurezza e diritti sociali. Intanto con una propria fondazione promuoveva iniziative a carattere culturale e scientifico.

Molti i riconoscimenti ottenuti in campo politico e sociale: dal Premio Schumann a quello Internazionale dei Diritti dell’Uomo; tante le onorificenze, in patria come all’estero, tra cui la Gran Croce al merito della Repubblica italiana.

Mario Soares è ritornato a Terni una ventina d’anni fa, su invito di mons. Gualdrini e del sindaco Ciaurro. Nell’occasione ha tenuto una conferenza, nel salone della Curia vescovile, sul tema: “Democrazia e Pace all’inizio del terzo Millennio”. Prima saliva però a Piediluco, dove in via Salvati si scopriva una lapide a ricordo della sua permanenza sul lago nell’estate del 1970.

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