Collestatte e Montefranco: feste ed entusiasmo per l’elezione di Pio IX il “papa liberale”

Storia e memoria

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di SERGIO BELLEZZA

Il 16 giugno 1846 un Conclave brevissimo eleggeva al soglio pontificio il card. Mastai Ferretti, che “in fama di liberale” suscitava tante aspettative, dopo la politica retriva di Leone XII, il cui governo fu giudicato “un ritorno all’oscurantismo medioevale” e di quella di Gregorio XVI, le cui misure, scrisse D’Azelio, “avevano trasformato Roma in uno stabilimento di esercizi spirituali”. Il novello Pio IX, che “si dice fosse entrato in conclave col breviario e il Primato di Gioberti”, concedeva l’amnistia per i reati politici, istituiva la Consulta di Stato, concedeva la libertà agli ebrei, favoriva una certa libertà di stampa. Misure che sollevarono consenso ed entusiasmo popolare, che portò i ternani a fraternizzare coi narnesi, dimenticando vecchi rancori e antichi dissapori, a bivaccare tra suoni e canti a Collestatte cogli spoletini, i nemici di un tempo, i rivali di sempre. A Montefranco, dove il card. Mastai s’era recato più volte come arcivescovo di Spoleto si riunirono con stendardi e bande musicali gli abitanti di Ferentillo, Arrone, Polino, Casteldilago in quella che fu definita “La Festa di pacificazione della Valnerina”.

Le scelte liberali del nuovo Papa, l’allocuzione “Benedite, o Gran Dio, l’Italia”, l’autorizzazione ai volontari di battersi contro l’Austria procurarono il tripudio in tutta la Penisola; l’enciclica del 29 aprile “[…] con ugual sentimento […] riguardiamo popoli, genti e nazioni […] disappunto e sconcerto. Stati d’animo fotografati dalle vicissitudini della lapide, al tempo affissa a Terni alla sinistra dell’ingresso del Palazzo Apostolico, lapide che recitava:

A Pio IX

che il dì 16 Giugno 1946 con magnanima clemenza

fece suo l’amor dei figli l’ammirazione del mondo

Fusa in ferro nella Ferriera pontificia ed appostavi il 5 ottobre 1946 sotto la spinta dell’entusiasmo popolare, fu ricoperta di stucco il 16 novembre 1948, dopo che il Papa ebbe ritrattato le proprie scelte. Riportata alla luce all’indomani della restaurazione pontificia, nel 1860 fu definitivamente rimossa, ridotta in frantumi e il ferro rifuso nello stesso stabilimento ternano.

Dopo l’assassinio del primo ministro Rossi, di notte, vestito da semplice prete, Pio IX lasciava Roma per rifugiarsi a Gaeta sotto le ali protettive del Borbone. Già durante i moti del 1831 aveva abbandonato Spoleto, per rifugiarsi a dorso d’asino a Leonessa, facente parte allora del Regno delle Due Sicilie.

Con la fuga del Papa, nasceva la Repubblica romana, cui l’elezione a suffragio universale della Costituente assicurava una patente di democrazia, l’arrivo di Mazzini la guida politica, Garibaldi e i sacrificio di tanti patrioti a regalargli una speranza di sopravvivenza.

Sarà l’armata francese, inviata da Napoleone III, a soffocarla nel sangue e a ripristinare sul trono di Pietro il Papa Re.

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