Terni 1642: diecimila scudi per un monastero delle suore Cappuccine

A conti fatti i soldi necessari per costruire il nuovo convento non erano un problema. Nella riunione del 19 agosto 1642 il consiglio cittadino di Terni prese atto, infatti, che sarebbero stati disponibili oltre diecimila scudi. Ciò che era più che sufficiente per costruire un nuovo convento, e per l’acquisto di masserizie e quant’altro fosse necessario per avviare l’attività.

Il convento di cui si parlava era per le religiose Cappuccine. I soldi necessari sarebbero arrivati da “trenta zitelle disposte a consacrarsi nella pia istituzione” portando, ciascuna, una dote monacale di trecento scudi. Ai novemila scudi così ricavati ne andavano aggiunti 1.500 messi a disposizione di una pia Gentildonna di cui non si faceva nome perché “quando l’elemosina è suggerita da vera carità cristiana e non da farisaica ostentazione” così va fatto.

10.500 scudi erano sufficienti alla fondazione del nuovo monastero. In seguito le nuove monache avrebbero potuto essere accolte senza che portassero una dote e che fossero povere così come la regola dell’Istituto stabiliva.

Oltretutto la fondazione del nuovo monastero era considerata utilissima per il vantaggio di alcune famiglie povere e con parecchi figli, le quali potevano affidare alcune delle loro giovani al convento. Era quindi – sottolineava il consiglio cittadino di Terni – di un pubblico interesse costruire il nuovo convento e si chiese per questo che intervenisse a sostegno del progetto anche il governatore pontificio della città.

Come sempre accadeva allora, i consiglieri nominarono una commissione di quattro cittadini “probi” perché si interessassero della questione.

Praticamente era tutto fatto, ma inspiegabilmente il nuovo monastero per la monache Cappuccine non fu mai istituito.

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